annales di deepland, libro I, capitolo XII ★
L' ultima volta che la divinità Fortuna scese personalmente a Deepland per intervenire nelle questioni dei mortali, fu in un tempo ormai lontano, quando i grattacieli non erano ancora stati inventati e gli Elfi silvani uscivano spesso dalle loro foreste magiche, mescolandosi alle altre razze e mantenendo con loro rapporti amichevoli. Era il tempo della Grande Guerra dei Trecento Anni (9118-9420), quando gli Uomini erano ancora la razza più numerosa e potente. Come ben sappiamo, si è trattato del secondo conflitto mondiale più lungo della storia di Deepland. Le cause della guerra vanno cercate nei sogni espansionistici dei più grandi imperi Umani del tempo, Goldwings e Feanor. Un tempo le più grandi città, si contendevano la maggior parte dei territori a sud della Foresta di Confine e diverse colonie sparse per i Siderean Peaks e la Baia di Stormsea. La razza umana produsse le armi della propria distruzione: i soldati combattevano, coi mezzi più violenti, per pochi centimetri di terre. Ma gli interessi dei due imperi erano irreversibilmente in conflitto e anche i più poveri contadini venivano mandati a combattere. Gli Uomini cercarono appoggi da ogni parte, da ogni razza. Le spade si incrociarono brutalmente per anni, per generazioni -la vita umana è così breve!-, al punto da arrivare alla distruzione totale prima dell'impero di Feanor, poi di quello di Goldwings, affetto da una potente maledizione lanciata dagli ultimi esorcisti di Feanor rimasti vivi. E a quel punto, quando ormai la battaglia sembrava interminabile. Dapprima sul campo di battaglia dei Siderean Peaks, cosparso di sangue rappreso, una luce abbagliante scese dal cielo e ogni uomo dovette bloccarsi. E' difficile che occhi umani possano focalizzare un ente divino, va al di là delle loro capacità, se si pensa che a malapena gli elfi -maestri indiscussi delle arti magiche- siano in grado di farlo. Ebbene, una grande luce raggiunse lentamente il campo e si fermò a mezz'aria, sopra tutti. In quella, gli uomini esterrefatti e dubbiosi udirono una voce altisonante: <<la guerra è durata troppo a lungo. Innumerevoli anime sono andate perdute. Io sono il Fato, io sono la Fortuna. Voglio ristabilire l'equilibrio: che la guerra finisca. Ora!>> E dacché queste parole risuonarono nell'aere, tutti gli uomini in combattimento si guardarono tra loro, terrorizzati, e corsero immediatamente a stringere la mano agli avversari. Gettarono le armi in terra come fossero braci ardenti o veleni mortali. Nessuno seppe dire una qualche parola, gli stessi Generali erano muti. I fanti vennero mandati a ripulire la neve rossa di sangue, i giovani soldati rispediti a casa, i Generali vennero riaccolti dalle proprie famiglie e ogni territorio, compreso quello dei Siderean Peaks, venne affidato nuovamente alla Natura, e non più al potere delle creature umane. La luce si dissolse dopo qualche momento, e il cielo tornò blu. Tanto si parlò di quel giorno, negli anni a venire. Fu uno spartiacque della storia. Una delle poche volte in cui i deeplanders assistettero all'intervento divino. Da quell'evento in particolare, portatore di pace, nacquero i Preti, una classe e uno stile di vita che si basava sul rispetto supremo delle divinità.
H. Misha, famoso storico drow (12237-12390) |